Domenica 13 gennaio 2019 alle 21,15 (canale 120 e 400) Sky Arte manderà in onda “Sono Gassman! Vittorio re della commedia”, il docufilm scritto e diretto da Fabrizio Corallo

Domenica 13 gennaio 2019 alle 21,15 (canale 120 e 400) Sky Arte manderà in onda “Sono Gassman! Vittorio re della commedia”, il docufilm scritto e diretto da Fabrizio Corallo e prodotto da Dean Film e Surf Film che rievoca l’intenso percorso artistico e umano del grande attore e regista scomparso nel giugno del 2000 a 78 anni. La ricchissima carriera di uno dei più rappresentativi e autorevoli attori di tutti i tempi viene ricostruita attraverso interviste a familiari, colleghi e amici, brani di film (con particolare riferimento agli anni d’oro della cosiddetta “commedia all’italiana”),  spettacoli teatrali e filmati tratti dagli archivi di Teche Rai, Luce Cinecittà e Mediaset.  Il ritratto di Gassman aspira anche a far emergere non solo la sua proverbiale e multiforme vitalità artistica ma anche gli aspetti inaspettati della sua personalità di uomo timido e fragile.

 

Note di regia di Fabrizio Corallo:

 

Sarebbe stato impossibile raccontare in dettaglio tutto quello che un artista indimenticabile come Vittorio Gassman ha lasciato sulla sua scia nel suo formidabile percorso nel teatro, nel cinema e nella letteratura lungo quasi 60 anni e la miniera di sapere e di luccicante energia di cui è stato “portatore sano”. Quando i produttori Adriano De Micheli e Massimo Vigliar mi hanno chiesto di realizzare un suo ritratto filmato consapevoli del mio privilegio di avere seguito da vicino il suo lavoro e di averlo frequentato a lungo insieme alla sua famiglia sono stato ovviamente lusingato ma anche subito consapevole di dover provare a raccontarlo non solo con la sconfinata ammirazione di spettatore incantato ma anche cercando senza eccessive enfasi e seriosità la misura e il disincanto che lui avrebbe desiderato. Ho tentato così di privilegiare tra le tante ipotesi di racconto soprattutto quella di una doppia metamorfosi di cui Gassman è stato protagonista nel tempo

La prima è quella che a partire dal film di Mario Monicelli “I soliti ignoti” (1958) lo ha trasformato da acclamato protagonista della scena teatrale del secondo dopoguerra – e di film drammatici da lui giudicati quasi sempre “dimenticabili” – in uno dei più amati interpreti brillanti della straordinaria stagione della “commedia all’italiana” nata alla fine degli anni ’50.

La seconda è stata quella che lo ha portato a rivelare col tempo, soprattutto nei suoi ultimi anni di vita, la sua vera natura di persona introversa e ipersensibile,  spesso preda di impensabili vulnerabilità.

Il tentativo è stato quello di mostrare non solo un vitalissimo ed esplosivo “mattatore” sulle scene e nella vita ma anche un uomo mite, toccato da una grazia speciale e, come ha detto una volta l’editore di una sua raccolta di poesie, Luca Sossella, “abitato da un angelo che aveva in odio la volgarità”.

Ho potuto contare fin da subito sulla piena fiducia della moglie di Gassman, Diletta D’Andrea, e sulla disponibilità a portare le loro preziose testimonianze dei figli Alessandro, Paola, Vittoria e Jacopo e di Emanuele Salce, cresciuto con sua madre Diletta e con Vittorio e da lui considerato un figlio a tutti gli effetti.  Accanto ai filmati d’epoca in cui Gassman si racconta in prima persona e viene raccontato da Dino Risi, Mario Monicelli ed Ettore Scola – i tre maestri della commedia a lui più cari – altrettanto decisivi sono stati i contributi inediti offerti da compagni di lavoro come Stefania Sandrelli, Gigi Proietti, Jean-Louis Trintignant, Giancarlo Giannini e Giovanna Ralli; di esponenti di punta della commedia italiana più recente come Carlo Verdone, Paolo Virzì, Paola Cortellesi, Diego Abatantuono e Massimo Ghini, di registi figli d’arte come Marco Risi e Ricky Tognazzi, nonché di attenti osservatori del costume nazionale come Renzo Arbore, Valerio Caprara e Maurizio Costanzo.

 

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