1 gennaio “The Butler – Il Maggiordomo” – intervista al regista

1 gennaio “The Butler – Il Maggiordomo” di Lee Daniels con di Lee Daniels con Forest Whitaker,Oprah Winfrey, John Cusack, Jane Fonda, Cuba Gooding Jr., Terrence Howard, Lenny Kravitz, James Marsden, David Oyelowo, Vanessa Redgrave, Alan Rickman, Liev Schreiber, Robin Williams, Alex Pettyfer, Mariah Carey

 

 

LA PRODUZIONE

Nel 2008, nelle settimane precedenti alla storica elezione di Barack Obama, Wil Haygood, scrittore ed ex corrispondente estero del Washington Post, decise di trovare un afro-americano che avesse lavorato alla Casa Bianca e fosse stato testimone del movimento dei diritti civili da dietro le quinte. Dopo innumerevoli telefonate, Haygood trovò la persona che stava cercando proprio sotto il suo naso a Washington, DC. Il suo nome era Eugene Allen, aveva 89 anni e aveva servito otto presidenti dagli anni ‘50 agli anni ‘80. Parlando con Allen e sua moglie Helene, lo scrittore fu in grado di descrivere un uomo il cui accesso in prima persona ad alcuni dei momenti cruciali della nazione, nonché agli uomini che vi presero parte, era senza precedenti. Amy Pascal, co-presidente della Sony Pictures Entertainment, lesse l’intervista ad Allen sul Washington Post e portò la storia all’attenzione della produttrice Laura Ziskin. Il Post pubblicò la storia il venerdì seguente la vittoria di Obama. Laura Ziskin, artefice di successi come PRETTY WOMAN, QUALCOSA È CAMBIATO (AS GOOD AS IT GETS), e la franchise di SPIDER-MAN, convenne immediatamente che la storia di Allen aveva straordinarie potenzialità per essere trasformata in un grande film. Nonostante Haygood fu contattato da diversi produttori per i diritti sulla storia di Allen, era convinto che la passione e la visione della Ziskin per il progetto fossero unici e decise di concedere i diritti alla Sony affinché il film fosse realizzato il prima possibile. La Sony acquisì i diritti per il progetto e affidò allo sceneggiatore Danny Strong – scrittore di successo del recente film GAME CHANGE (HBO) acclamato dalla critica cinematografica – l’incarico di creare una storia di fantasia ispirata all’articolo di Haygood. Alla fine, la Sony decise di non andare avanti con il film. Questo portò Laura Ziskin, che credeva fortemente nel progetto, a ripartire da zero e tentare di reperire i finanziamenti in modo indipendente. Nella ricerca di potenziali investitori, cercò di avvicinare uomini d’affari e appassionati di film particolarmente inclini a progetti artistici con un messaggio sociale, come Sheila Johnson, il co-fondatore di BET. Altri come Michael Finley e Buddy Patrick si unirono al progetto; alla fine però sarebbero state necessarie molte altre risorse e finanziamenti per far partire il film e condurlo al traguardo, tra cui Earl Stafford, Harry I. Martin, Jr., Charles Saveur Bonan, Film Partners e Al Film. Per dirigere il progetto, Laura Ziskin aveva messo l’occhio sul regista Lee Daniels fresco dell’enorme successo del premio Oscar® PRECIOUS. In quel periodo Daniels era impegnato in SELMA; ma quando il progetto non andò in porto, potè firmare con la Ziskin. La sua esperienza nel mondo del cinema indipendente si dimostrò preziosa anche nel reperimento dei fondi necessari per la produzione. Daniels e Ziskin, insieme alla sua partner di produzione Pam Williams, lavorarono a stretto contatto allo sviluppo del progetto, nonostante il cancro di lei fosse sempre più ad uno stato avanzato. Con la sua triste e prematura morte nel giugno 2011, Pam Williams prese le redini del progetto affinché il film fosse portato a termine. Forest Whitaker e Oprah Winfrey erano prossimi a firmare per i ruoli principali di Cecil e Gloria Gaines. David Oyelowo, che aveva lavorato con Daniels in THE PAPERBOY, accettò di interpretare Louis, il testardo figlio attivista. Seguì poco dopo una lista di affermate e famose star, tra cui Forest Whitaker, Mariah Carey, John Cusack, Jane Fonda, Cuba Gooding Jr., Terrence Howard, Elijah Kelley, Minka Kelly, Lenny Kravitz, James Marsden, Alex Pettyfer, Vanessa Redgrave , Alan Rickman, Liev Schreiber e Robin Williams. Molti degli attori dimostrarono un tale amore per il progetto che decisero di accettare compensi inferiori ai loro standard ed alcuni furono addirittura disposti ad annullare impegni precedentemente concordati pur di prender parte alle riprese. Daniels ha girato il film a New Orleans, durante l’estate del 2012 in soli 41 giorni – un periodo relativamente breve considerando la portata storica della produzione e la dimensione del suo cast.

 

SINOSSI

 

Ambientato nel turbolento scenario politico dell’America del XX Secolo, THE BUTLER-UN MAGGIORDOMO ALLA CASA BIANCA, il film di Lee Daniels, candidato premio Oscar® per PRECIOUS, racconta la storia di Cecil Gaines (Forest Whitaker), il maggiordomo della Casa Bianca che tra il 1957 e il 1986 fu al servizio di 7 amministrazioni presidenziali. Il film prende spunto dall’articolo di Wil Haygood “A Butler Well Served by This Election” uscito nel 2008 sul Washington Post, che riporta la vera storia di Eugen Allen, ex maggiordomo della Casa Bianca. Il film inizia nel 1926 con un giovane Cecil che fugge dalla tirannia del Sud, fortemente segregazionista, alla ricerca di una vita migliore. Nel suo duro percorso di crescita Cecil apprende preziose competenze che lo portano alla sua grande occasione: lavorare come maggiordomo al 1600 di Pennsylvania Avenue. Qui Cecil diviene testimone diretto della storia e delle dinamiche interne dello Studio Ovale durante gli anni del movimento per i diritti civili. Grazie al suo ruolo alla Casa Bianca, Cecil può garantire alla sua amorevole moglie Gloria (Oprah Winfrey) di crescere i loro due figli e vivere una rassicurante e agiata vita borghese. L’impegno e la dedizione di Cecil nei confronti della sua “First Family” sono causa di tensioni nella sua vita familiare, favoriscono l’allontanamento di Gloria e inaspriscono il conflitto con suo figlio (David Oyelowo) che è contrario al sistema e non accetta lo status quo. Attraverso lo sguardo e le emozioni della famiglia Gaines, il film di Daniels percorre gli eventi e i cambiamenti della scena politica Americana e delle relazioni razziali: dall’assassinio di John F. Kennedy e di Martin Luther King, ai movimenti dei Freedom Riders e delle Black Panther, alla Guerra del Vietnam e allo scandalo del Watergate. Questi eventi si ripercuotono su Cecil sia come padre di famiglia sia come persona all’interno della Casa Bianca. Con un incredibile cast che include Mariah Carey, John Cusack, Jane Fonda, Cuba Gooding, Jr., Terrence Howard, Elijah Kelley, Minka Kelly, Yaya Alafia, Lenny Kravitz, James Marsden, Alex Pettyfer, Vanessa Redgrave, Alan Rickman, Liev Schreiber e Robin Williams, THE BUTLER-UN MAGGIORDOMO ALLA CASA BIANCA, racconta la tenacia e la determinazione di un uomo, la nascita di una nazione e la forza della famiglia.

 


INTERVISTA AL REGISTA LEE DANIELS

Qual’è stata la genesi del film e della collaborazione con il produttore Laura Ziskin?

Avevo ricevuto la sceneggiatura del film da Laura Ziskin, un produttore che tengo in alta
considerazione e che ora non c’è più. La adoravo e ho adorato l’idea del pezzo scritto
da Wil Haygood sul Washington Post del quale Amy Pascal della Sony aveva acquistato i
diritti. Ero emozionato poiché era il periodo subito dopo PRECIOUS e avevo trovato
fantastico lavorare con Laura. La scelta era tra me e un altro regista molto famoso; lei
scelse me. Mi capiva – poche persone riescono a essere sulla mia stessa lunghezza
d’onda – lei sì, e io me ne innamorai letteralmente.
Laura mi chiamava alle 3 della mattina per darmi le sue note sulla sceneggiatura. A quel
tempo scrivevamo la storia per la Sony. Ad un certo punto pensai che la storia fosse
scritta per Denzel, ma alla fine egli rifiutò il ruolo di protagonista, così come fece Will
Smith. Quando portammo la sceneggiatura a Amy Pascal, lei la adorò, era entusiasta sia
di me che del film ma alla fine i soldi a disposizione erano sufficienti. Laura non era mai
andata in giro a raccogliere fondi per i film poiché aveva sempre lavorato agli Studios.
Le dissi: “Io vengo dal mondo del cinema indipendente, ti mostrerò io come si fa.” E
quindi siamo andati in giro per ottenere i finanziamenti per il film.
In quel periodo Laura si ammalò. Faceva avanti e indietro con l’aereo per aiutarmi sulla
parte creativa e per raccogliere fondi. Una volta venne da me a New York per una
settimana. Lavoravamo nel suo hotel nell’Upper East Side perché era troppo malata per
uscire. Il martedì successivo torno a casa a Santa Monica. Aveva trovato una donna di
colore che aveva appena vinto alla lotteria e voleva investire nel film. Quel giorno le
chiesi: “Ma come hai fatto? Ci siamo visti giusto un paio di giorni fa e tu hai già trovato
un altro investitore. Sei una “criminale”!” Mi rispose che stava semplicemente imparando
da me. Parecchi giorni dopo entrò in coma. Se ne andò domenica pomeriggio.
Questo film è per lei. Credeva in me più di quanto io stesso facessi. Non pensavo di poter
fare qualcosa di così grandioso. E’ davvero un grande film, è un film sul movimento per i
diritti civili che ha abbracciato più generazioni. Nessuno tra gli Studios lo voleva fare,
nemmeno dopo il successo di PRECIOUS e dei soldi che aveva incassato. Ma Laura
sapeva che potevamo farlo. Pam Williams, che dirige la società di Laura, mi ha aiutato a
trovare tutti i fondi che mancavano.

 

 


Perché ha deciso di fare questo film? Perché la storia era così importante per Lei?


La storia mi interessava perché non avevo mai visto un film che raccontasse la storia del
movimento per i diritti civili dal suo inizio fino all’amministrazione di Obama attraverso gli
occhi di un padre e di un figlio.
Questo film dà una prospettiva su cose che la gente ha
vissuto sulla propria pelle come me e che ci ha consentito di fare cose come votare. Ciò
che era importante per me è che va oltre il bianco e il nero, perché è una storia padrefiglio
prima di essere una storia sui diritti civili. Trascende la razza, trascende l’America, è
universale. Non è solo una lezione di storia, ma piuttosto è la storia di una famiglia.
Un’altra cosa che ho molto amato di questa storia è che il padre assomiglia molto al
mio. Quest’uomo, Cecil, assiste all’uccisione di suo padre in una piantagione dopo la
fine della schiavitù. Ha una visione differente su come comunicare con i bianchi, così
come l’aveva mio padre. Va alla Casa Bianca per lavorare come maggiordomo
perché sente che quello è il suo modo di servire il suo paese. E’ orgoglioso del suo lavoro
e di poter sostenere la famiglia mentre suo figlio, al contrario, ne è imbarazzato. Il
maggiordomo ha visto suo padre venir ucciso per essersi rivolto ad un uomo bianco,
pertanto non conosce altro modo se non quello di essere riverente e di servire. Suo figlio,
invece, ritiene che ci sia un modo diverso di vivere. Inizialmente segue i principi di
resistenza passiva di Martin Luther King e marcia per il diritto di voto. Dopo l’uccisione di
MLK realizza che il metodo passivo non funzionerà. Così la sua attività diventa più
militante e si unisce prima a Malcom X e poi alle Pantere Nere. In tutto questo suo padre
è in disaccordo con le sue posizioni perché lavora non solo per un uomo bianco, ma per
il Presidente Degli Stati Uniti alla Casa Bianca.
La questione nasce su chi ha ragione e chi ha torto.
E’ servendo i presidenti e adottando
un atteggiamento passivo, facendo sì che i bianchi ti accolgano e si fidino di te, che si
favoriscono e promuovono le persone di colore? O è più giusto protestare, marciare,
parlare apertamente ed essere disposti a morire per ciò in cui si crede? Sono queste
domande che mettono in contrasto Cecil e suo figlio, ed è stato questo elemento che
mi ha fatto venire voglia di avventurarmi in questa storia con grande passione,
esattamente come per PRECIOUS.    



Questo film è diverso da tutti i suoi film. Ci sono differenze nell’approccio che ha adottato
in questo progetto rispetto agli altri su cui ha lavorato?


Questo è il film più difficile che abbia mai diretto. Nella mia vita ho compreso presto che
il modo in cui io vedo il mondo è differente da come lo vede la maggior parte della
gente. Nel film non c’è nessun contenuto sessuale, poche parolacce e la violenza è al
minimo, anche se abbiamo a che fare con un periodo storico molto cruento. Come
regista ho dovuto trattenermi e sono orgoglioso di questo. Ho avuto una grande squadra
e un incredibile cast di attori che mi hanno aiutato a limitarmi perché sanno che sono
uno spirito libero. Accolgo le persone che accolgono me e il mio modo di pensare e
lavorare. E ‘difficile fare un film senza divieti essendo Lee Daniels, ma ce l’abbiamo fatta.  



Come è stato lavorare con Forest Whitaker?

Credo che le persone che hanno sempre fatto questo lavoro e che sono molto sicure di
sé sono in verità le più umili. Forest in particolare è probabilmente l’attore più umile con
cui io abbia mai lavorato in tutta la mia vita. Quanti premi Oscar® sono disposti a venire
ad un provino? Ha fatto esattamente ciò che ho chiesto. E’ così che sai di avere un
attore che è sicuro di sé – fa quello che chiedi, senza domande. Molti attori non
realizzano che devono affidarsi al regista. E’ un dono raro.
Lui e Oprah sono stati meravigliosi nei panni di Cecil e Gloria. Forest ha portato una tale
eleganza, classe e vulnerabilità al personaggio di Cecil che non credo nessuno avrebbe
potuto fare altrettanto. Aveva una tale capacità di far crescere Cecil, di farlo cambiare
fino a vedere la luce.


Ci dica qualcosa sul personaggio di Oprah,
Gloria Gaines, la moglie di Cecil.



Adoro le donne, sono così complicate e bellissime da studiare. Le donne di colore sono
affascinanti da analizzare per come hanno saputo evolversi dalla schiavitù, trasformarsi
e adattarsi. Avevamo bisogno della voce di una donna nella sceneggiatura del film, di
una donna complicata come mia madre o le mie zie o semplicemente come le vicine di
casa che ci tengono d’occhio mentre cresciamo. Ecco perché il personaggio di Oprah,
Gloria, è complesso. Avrebbe dovuto avere una storia extraconiugale poiché Cecil, suo
marito, non era mai presente, avrebbe dovuto bere molto e fumare troppe sigarette. Io
penso che la complessità è ciò che rende la vita interessante e quindi una storia
interessante. I Gaines non sono Huxtables (stereotipo della famiglia nera borghese che
imita i bianchi). Non che gli Huxtables siano cattivi, ma sono persone complicate perché
vengono dalla schiavitù. La razza è un fatto complicato.
Nel film Cecil e Gloria hanno due figli. Uno, Charlie, è in Vietnam perché questo è il suo
modo di servire il Paese. L’altro, Louis, collabora con MLK, Malcom X e le Pantere Nere. Il
film esplora le conseguenze e gli effetti di queste situazioni sulla famiglia Gaines. Avere
entrambi i figli in guerra, uno all’estero e l’altro nel Paese, fa sì che la madre, Gloria,
perda il controllo.


Come è stato riportare Oprah a recitare dopo un così lungo periodo di assenza?


Ha lavorato con me in PRECIOUS come produttore esecutivo. Dopo quel film le dissi che
avrei voluto lavorare ancora con lei ma come attrice poiché ritengo che abbia un
incredibile talento. Volevo che facesse qualcosa che desse una scossa, che facesse
parlare. Quando le parlai del film, l’idea le piacque e così andai avanti scrivendo e
sviluppando il personaggio per lei. Si è lanciata sulla parte e sono felice che l’abbia
fatto.
Quando lavori con un attore devi poter avere una fiducia incondizionata. Non posso
girare una scena se non ho la fiducia dell’attore. E’ una forma d’arte, come danzare o
dipingere un ritratto. Con Oprah in particolar modo; non aveva più lavorato come
attrice da molto tempo quindi era snervante avere la responsabilità di farla essere brava
tanto quanto lo era stata ne IL COLORE VIOLA (THE COLOR PURPLE), era stata geniale in
quel film. Il suo primo giorno sul set Oprah è arrivata sfoderando tutte le sue armi. Fu
meraviglioso. Rispettava la fila per il catering come chiunque altro, non si considerava
differente dagli altri attori. E’ una miliardaria ma sul set si comportava come se non lo
fosse. Ogni giorno è venuta da sola, senza il suo entourage ed è stata sempre molto
collaborativa e di sostegno. Sul set era come un “killer professionista” che fa il suo lavoro;
veniva e si dedicava al personaggio di Gloria come fa un attore. Non vedo l’ora di
lavorare nuovamente con lei.



Cosa significa lavorare ad un film con un cast così importante?
E’ stata dura perché normalmente lavoro a film che si svolgono in un momento preciso
nel tempo – un estate, un anno, e così via. La storia di THE BUTLER-UN MAGGIORDOMO
ALLA CASA BIANCA invece, si svolge in decenni. Avevo una star dietro l’altra da dirigere.
Abbiamo iniziato con Robin Williams, poi Vanessa Redgrave e quindi a seguire Mariah
Carey, Lenny Kravitz,
Cuba Gooding Jr., Oprah Winfrey, Forest Whitaker e Terence
Howard. Per ottenere il massimo dalle persone devi spendere del tempo con loro. Non
solo devi essere sulla stessa pagina, devi essere sulla stessa sillaba. Il tempo è denaro e di
soldi non ne avevamo molti, quindi è stato davvero difficile. Ma gli attori erano davvero
innamorati del film e sono entusiasta di ciascuno di loro. Penso che Jane Fonda sia
fantastica nei panni di Nancy Reagan; credo che Alan Rickman sia incredibile nel ruolo
di Ronald così come Alex Pettyfer e David Banner.
Scegliere gli attori per i ruoli dei presidenti è stato difficile perché volevo evitare che il
pubblico pensasse “guarda John Cusack che interpreta il Presidente Nixon” oppure
“guarda Robin Williams che fa Eisenhower” o ancora “guarda James Marsden che fa
Kennedy”. Volevo che scomparissero e per far ciò era importante che non diventassero
caricature ma al contrario che fossero solo umani. Li ho trattati semplicemente come
uomini. Volevo che il pubblico, indipendentemente dall’essere repubblicano o
democratico, a favore o meno di uno dei presidenti, comprendesse il peso del mondo
che questi uomini, come presidenti, si portano sulle spalle. Sono uomini che hanno fatto
del loro meglio per servire il loro paese. Kennedy era sia buono che cattivo; Nixon era sia
buono che cattivo. Ognuno è al contempo sia buono che cattivo. Ho provato a
trasmettere questa idea in tutti i miei film, incluso questo con i Presidenti. Esiste una zona
grigia in cui tutti noi viviamo ed è lì che si trova la magia quando si sta raccontando una
storia.

C’è una scena che è stata decisamente impegnativa da girare o che è particolarmente
degna di nota secondo Lei?
C’è la scena in cui Oprah è seduta alla sua toeletta e si sta mettendo il rossetto. E’
ubriaca e vuole che il suo uomo faccia l’amore con lei. Ero molto nervoso all’idea di
girare questa scena. Ho detto a me stesso “Come riesco a far sì che il mondo non la
veda come Oprah? Lei è Oprah Winfrey! Come posso farla scomparire?” Nella scena lei
parla di Jackie Kennedy e del gran numero di scarpe che possiede. E’ risentita e
amareggiata che suo marito sia alla Casa Bianca a prendersi cura di Jackie invece di
occuparsi di lei. Quando abbiamo iniziato a girare la scena ero terrorizzato perché
temevo di doverla criticare, mi intimoriva. Eppure è stata fantastica, mi ha seguito
rispettando le battute che avevo scritto per lei. E’ una delle mie scene preferite.



 
Cosa desidera che rimanga al pubblico del film?
Dirigere questo film è la cosa più importante che abbia fatto nella mia carriera. E’ un
compito enorme affrontare un grande film storico e ti terrorizza perché, come regista,
vuoi che tutto venga fatto con accuratezza. Spero che le persone escano dalla sala
con il desiderio di non dimenticare ciò che è accaduto nel passato. Dobbiamo
ricordare che ci sono persone che sono morte per il nostro paese e che ci sono eroi di
cui non sempre si parla a scuola. Queste persone sono il motivo per cui oggi Obama
ricopre la carica di Presidente.

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