7 marzo “Spring Breakers una vacanza da sballo” FOTO – LOCANDINA – VIDEO – CURIOSITA’ – INTERVISTE

 

 

 

7 marzo “Spring Breakers  una vacanza da sballo” di Harmony Korine con  James Franco, Selena Gomez, Vanessa Hudgens, Hasley Benson e Rachel Korine.

 

Quattro provocanti studentesse di un college decidono di finanziare la loro fuga per le vacanze primaverili, lo “spring break”, svaligiando un fast food. Ma questo è solo l’inizio… In una notte di bagordi, le ragazze si imbattono in un blocco stradale dove vengono fermate e arrestate per droga. Con i postumi da sbornia e in bikini, vengono portate davanti ad un giudice, ma la loro cauzione viene inaspettatamente pagata da Alien (James Franco), un noto criminale del posto che le prende sotto la sua protezione, facendo loro vivere lo “spring break” più scatenato della storia. Rude all’apparenza, ma in fondo tenero, Alien conquista i cuori delle giovani Spring Breakers, accompagnandole in un viaggio che nessuna di loro avrebbe mai immaginato di fare.

‘SPRING BREAK’ (traducibile in italiano con “pausa – o meglio – “vacanza di primavera”) è tradizionalmente una settimana di vacanza che hanno a disposizione ad inizio primavera, numerosi studenti degli Stati Uniti e di un certo numero di altri paesi (Canada, Giappone, Corea, Cina, Francia). In genere in questo periodo gli studenti si recano in un luogo turistico, soprattutto tropicale per una settimana di vacanza totale. Questa festa è rinomata anche per i tipici eccessi di uso di alcol e di sesso spinto che la caratterizzano.

LO ‘SPRING BREAK’ NEL MONDO

 

Stati Uniti

 

Negli Stati Uniti la vacanza si può svolgere dalla fine di febbraio fino a circa metà aprile, ma il periodo più usuale è quello della prima metà di marzo. Le destinazioni privilegiate per le vacanze di primavera degli americani sono Miami e le località messicane di Cancan, Acapulco o Puerto Vallarta.

 

Canada

 

In Canada questa festa è conosciuta come reading break e si svolge solitamente in febbraio . In Québec, si chiama semaine de lecture (settimana della lettura) o semaine de relâche (settimana del relax). Il fine ufficiale di questa festa è quello di avanzare con gli studi per gli studenti, e di portarsi avanti con la correzione e la preparazione di compiti per gli insegnanti .

 

Giappone

 

In Giappone la festa di primavera si svolge tra la fine dell’anno scolastico universitario in marzo e l’inizio del nuovo anno in aprile.

Francia

Gli studenti in medicina (compresi quelli in farmacia, odontoiatria ed ostetricia) di tutte le facoltà francesi usano ritrovarsi una settimana generalmente in marzo in località sciistiche.

 

“SPRING BREAKERS – Una Vacanza da Sballo” è la storia di un gruppo di studentesse sexy e fuori di testa sulla via dell’edonismo, ragazze in bikini e passamontagna che si scatenano in preda agli eccessi dell’alcool e delle droghe. Impugnando armi automatiche, il divertimento per loro assumerà un significato completamente nuovo. Selena Gomez, Vanessa Hudgens e le loro amiche si uniscono a James Franco, in un ruolo assolutamente inedito, per trascorrere le vacanze scolastiche di primavera – lo “spring break” – in un modo che solo Harmony Korine è in grado di raccontare. Korine, come ha già fatto con Kids e Gummo, manda in frantumi le nostre aspettative mostrandoci un inedito mondo ai margini della società da cui nessuno può distogliere lo sguardo.

 

SELENA GOMEZ (Faith) Selena Gomez ha iniziato la sua carriera d’attrice a sette anni interpretando Gianna in alcuni episodi della serie TV per bambini intitolata Barney & Friends. Nel 2003 ha avuto una piccola parte in Spy Kids – Missione 3D: Game Over (2003) mentre nell’estate del 2004 è stata scoperta dalla Disney in un casting internazionale. Nel 2005 ha ottenuto un piccolo ruolo nel film TV Walker, Texas Ranger: Processo infuocato. Nel 2006 ha partecipato come protagonista all’episodio pilota della serie TV Brain Zapped ed è stata lanciata dalla Disney come attrice in alcune delle proprie serie tv. L’anno successivo ha recitato in tre episodi della seconda stagione di Hannah Montana prima di ricevere l’opportunità di interpretare il ruolo da protagonista in una nuova serie TV. Ha interpretato due serie, What’s Stevie Thinking? (spin off di Lizzie McGuire) ed Arwin! (spin-off di Zack e Cody al Grand Hotel) ma entrambe sono state annullate prima della messa in onda. È stata poi protagonista della serie I maghi di Waverly, che ben presto si è rivelata un successo e poi prodotta per quattro stagioni sino al 2012, vincendo due Emmy Award come miglior programma per bambini e grazie alla quale Selena Gomez ha accresciuto la sua fama come volto Disney. Oltre all’attività di attrice, la Gomez ha iniziato a cimentarsi anche nel canto durante la partecipazione in Barney & Friends registrando nel 2006 la colonna sonora Brain Zapped della serie TV omonima di cui era protagonista. Nel 2008 la Gomez è stata Mary Santiago in Another Cinderella Story, il suo primo ruolo da protagonista in un film, anche se destinato al solo mercato home video. Nello stesso anno ha esordito come doppiatrice in Ortone e il mondo dei Chi prestando la voce a Helga, per proseguire con la voce di Selenia in Arthur e la vendetta di Maltazard. Oltre all’impegno ne I maghi di Waverly, nel 2009 ha preso anche parte come protagonista in due Disney Channel Original Movie: Programma protezione principesse (insieme a Demi Lovato) e I maghi di Waverly: The Movie. Ha proseguito poi con diverse colonne sonore, principalmente per la Disney Records, per arrivare a firmare un contratto discografico anche con la Hollywood Records, etichetta del gruppo Disney, tentando così l’ingresso in nuovi generi musicali con la propria band Selena Gomez & the Scene. È del settembre 2009 l’album d’esordio Kiss & Tell il cui singolo Naturally ha ottenuto il disco di platino negli Stati Uniti e in Canada. Il 2010 ha segnato il suo debutto sul grande schermo, come protagonista della commedia Ramona e Beezus, diretto da Elizabeth Allen; è stata anche doppiatrice del film d’animazione Arthur e la guerra dei due mondi, e nello stesso anno ha pubblicato il secondo album della sua band, intitolato A Year Without Rain. Nel 2001 è apparsa in estate sul grande schermo con il film commedia Monte Carlo, diretto da Thomas Bezucha e subito dopo è stato pubblicato il terzo album della sua band, When the Sun Goes Down, in cui si è avvalsa delle collaborazioni di Pixie Lott, Britney Spears e Katy Perry aggiudicandosi il disco d’oro negli Stati Uniti. La Gomez è stata anche presentatrice televisiva, sul palco dei MuchMusic Video Award, e nel pre-show del MTV Video Music Award oltre agli MTV Europe Music Award all’Odyssey Arena di Belfast. Nel 2012 la Gomez ha messo da parte la musica per dedicarsi maggiormente alla carriera cinematografica. Dopo aver interpretato Spring Breakers, presentato in Concorso alla 69ª Mostra del Cinema di Venezia, ha prestato la voce alla coprotagonista Mavis nel film d’animazione Hotel Transylvania. Negli ultimi mesi ha recitato in Aftershock, di Nicolás López, in The Getaway, al fianco di Ethan Hawke e Jon Voight per la regia di Courtney Solomon ed in Parental Guidance Suggested, diretto da Tim Garrik

VANESSA HUDGENS (Cindy) Vanessa ha incominciato la sua carriera artistica in giovanissima età in uno spot commerciale. A soli 8 anni ha preso parte a diversi musical come cantante apparendo anche in produzioni locali come Carousel, The Wizard of Oz, The Music Man e Cinderella. Ha debuttato al cinema in Thirteen – 13 anni, nel ruolo di Noel, e nel 2004 nel film estivo Thunderbirds, nel ruolo di Tin-Tin. Le sue apparizioni televisive includono ruoli in Quintuplets, Still Standing, The Brothers Garcia e Zack e Cody al Grand Hotel. L’attrice è anche apparsa nella serie Drake & Josh nei panni della ragazza di Drake, Rebecca. Il ruolo più importante di Vanessa è sicuramente quello che ha avuto nei Disney Channel Original Movie, High School Musical, High School Musical 2 e High School Musical 3: Senior Year, trasmessi i primi due su Disney Channel e l’ultimo sbarcato al cinema. Dopo il successo ottenuto, Old Navy le ha proposto un contratto per apparire in molte pubblicità di grandi compagnie. Oggi è anche il volto ufficiale di “Red” by Marck Ecko femminile e della Sears Arrive. Vanessa Hudgens ha partecipato anche alla prima edizione dei Disney Channel Games, girata nell’aprile 2006 e trasmessa due mesi dopo su Disney Channel. Vanessa ha dichiarato di voler partecipare ad un film che non sia Disney nel 2007 prima di lavorare ad un nuovo album. Il primo album di Vanessa, intitolato semplicemente V, è stato pubblicato con la casa discografica Hollywood Records (appartenente alla Disney). Il videoclip del suo primo singolo, Come Back to Me è stato trasmesso per la prima volta dopo la premiere mondiale del film Cheetah Girls 2. Nel 2009 ha recitato nel film Bandslam – High School Band. Nell’estate 2010 Beastly, ispirato al libro di Alex Flinn. Successivamente ha interpretato Blondie in Sucker Punch di Zack Snyder. Nel 2010 entra nel cast del sequel di Viaggio al centro della terra 3D, e successivamente nel 2012 è stata scelta come protagonista nel film Gimme Shelter del regista Ron Krauss. Nel 2012 ha recitato in Spring Breakers di Harmony Korine e in The Frozen Ground di Scott Walker.

ASHLEY BENSON (Brit) Ashley ha iniziato fin da piccola a praticare danza jazz, classica e Hip-Hop e a cantare in diversi gruppi musicali partecipando a numerosi musical. A 5 anni ha posato per vari cataloghi di danza e ad 8 è stata contattata dalla The Ford Modeling Agency per lavorare come modella. La sua carriera di attrice è iniziata nel 1999, anno in cui ha preso parte ad alcune serie televisive. Il suo primo ruolo da protagonista lo ha ottenuto nel film Ragazze nel pallone – Pronte a vincere di Steve Rash. Ha raggiunto la notorietà solo nel 2010, in cui è stata scelta per interpretare una delle protagoniste del telefilm Pretty Little Liars.

 

Intervista al regista Harmony Korine

Qual è la prima idea che ti è venuta in mente prima di iniziare a scrivere la sceneggiatura?

 

La primissima immagine che avevo in mente era quella di ragazze armate e in bikini. Poi mi sono chiesto dove mi sarebbe mai potuto capitare di vedere una ragazza così. L’unica situazione che mi è venuta in mente è lo ‘spring break’. Poi ci ho pensato un po’ più a fondo e mi è piaciuta l’idea delle ragazze che vanno in Florida. E’ cominciata così, ma poi la storia si è spinta oltre ed è diventata più cupa, più sinistra, più pericolosa.

 

Gran parte del tuo lavoro trae ispirazione dalla cultura americana e le tue storie sono ambientate in città americane molto specifiche. Perché hai scelto St. Petersburg come location per le riprese di questo film?

 

St. Petersburg non è una delle destinazioni preferite per lo ‘spring break’. Ma di solito si cerca un posto che sia visivamente interessante, autentico, che trasmetta un certo tipo di energia. Non volevo girare a Miami o in luoghi altrettanto conosciuti o familiari. Non mi interessa molto il lato turistico dello ‘spring break’. Mi interessano di più le strade secondarie, quello in cui ti imbatti quando ti allontani dalle vie principali, i quartieri difficili, le case sulla spiaggia che cadono a pezzi: queste cose mi interessano di più. La gente che vive in quei posti. In quella parte d’America, in Florida, si avverte una strana sensazione. Si ha la sensazione che tutti stiano fuggendo da qualcosa o si stiano nascondendo da qualcosa.

 

Potremmo dire che tu sia il regista più bravo a rappresentare il “white trash” (i bianchi poveri degli Stati Uniti) perché sembra che tu comprenda davvero quel mondo senza sentire il bisogno di criticarlo. Sei d’accordo?

 

Non so se si tratti puramente di “white trash”, semplicemente mi piace quello che mi piace. Sono attratto da certi personaggi e cerco di non esprimere giudizi. Sono più incline a documentare le cose. Non sento molto il bisogno di dimostrare una tesi.

 

Una volta hai detto: “Non mi interessa molto lavorare con gli attori. Un non-attore riesce a dare ciò che un attore non potrà mai offrire: una parte di se stesso”. Mi racconti qualcosa di più sulle tue scelte di casting per questo progetto e su cosa, per esempio, ti ha spinto a lavorare con James Franco e Selena Gomez?

 

Sembrava potesse funzionare, una cosa interessante da provare. Sembrava divertente accostare mondi diversi, giocare con gli stereotipi culturali. Per me è stimolante. Mi piace l’idea di mettere le persone in posti in cui non sono mai state.

 

Chi è stato il primo ad entrare a far parte del cast?

 

Il primo è stato James Franco, poi le ragazze. James ed io parlavamo da un pezzo dell’idea di fare un film insieme. Normalmente prima scrivo le sceneggiature e poi la gente le legge, ma per questo film ho scritto solo un trattamento durante il periodo natalizio e poi l’ho spedito a James chiedendogli se gli sarebbe piaciuto interpretare questo personaggio. Mi ha risposto immediatamente dicendomi di si. E così è stato. Ero entusiasta dell’idea e del personaggio, così sono volato in Florida – proprio durante lo ‘spring break’ – e ho scritto la sceneggiatura in un hotel, mentre un mucchio di ragazzini mi vomitava sul portico.

 

E poi a chi è toccato?

 

Dopo James c’è stata Selena (Gomez), poi Rachel (Korine), Vanessa (Hudgens) e Ashley (Benson).

 

 

Sembra che ti piaccia coinvolgere membri della famiglia nei tuoi progetti. Rachel è tua moglie…

 

Sì. In effetti mi piace coinvolgere persone che trovo interessanti, che so che possono seguirmi ovunque. Penso che un’altra cosa molto importante sia la fiducia. Coinvolgi le persone di cui ti fidi, che sai che riusciranno ad arrivare dove a te serve.

 

Tutte le riprese sembrano essere un’esperienza liberatoria per il cast, specialmente per le giovani attrici. Era importante per te che l’immagine delle attrici fosse quella della ‘brava ragazza’, come nel caso di Selena Gomez e Vanessa Hudgens?

 

Sì! E’ una cosa fantastica. E’ il massimo. Sono volti che tutti in qualche modo conoscono, la loro immagine è legata alla Disney, ed è stato molto divertente per me spingerle in una specie di realtà alternativa più inquietante e folle. E’ stato bello vederle spiegare le ali. Una delle gioie più grandi sarà anche vedere le reazioni del pubblico.

 

Quando hai deciso di lavorare con queste ragazze, avevi delle aspettative particolari?

 

Io tratto tutti nello stesso modo, davvero. Le ho trattate come tratterei un ragazzino che sniffa colla, che penso sia fantastico e che vorrei nel mio film. Ma ho anche trascorso del tempo con queste ragazze – durante le audizioni e le prove – e sapevo, prima di iniziare, che c’era una certa intesa. Ma ovviamente la maggior parte di loro non si era mai trovata in una situazione come questa e comunque non puoi mai sapere come reagirà una persona in una determinata situazione fino a quando non ci si trova dentro. Ma ero fiducioso, sentivo che ce l’avrebbero fatta. E così è stato.

 

Hai inserito nel cast del film anche gli ATL twins, che sembrano personaggi del tuo film Gummo…

 

Sì, probabilmente vivono in quel mondo. I gemelli sono incredibili, dei veri fenomeni! Avevo lavorato con loro per un video dei Black Keys che non è ancora uscito, ma questo è il loro primo film.

 

Secondo la sceneggiatura, combinerai le tue riprese con materali d’archivio che contengono riprese di veri ‘spring brea’k. Mentre facevi le tue ricerche hai scoperto qualcosa dello ‘spring break’ che ti ha colpito particolarmente?

 

Beh, il tipo di ‘spring break’ che mi interessa è quello più depravato, estremo. Mi piace quella roba, i ragazzi che per una settimana vanno completamente fuori di testa, spariscono e poi tornano al loro mondo fatto di libri, lavori orribili e genitori di merda. Sapevo che esiste, così non sono rimasto scioccato. Ce ne vuole per scioccarmi, ma è stato divertente.

 

Quanto tempo hai passato in Florida per la pre-produzione? Ho sentito che hai perfino affittato dei veri appartamenti utilizzati dagli spring breakers e che hai usato gli spazi così com’erano per le tue riprese. Sembra che tu abbia fatto molte ricerche.

 

Ho impiegato alcuni mesi a cercare queste location reali. Facendo dei giri in macchina di notte, scavalcando recinti… Molte le ho trovate semplicemente restando per un po’ nello stesso posto a osservare. Lasci che una situazione ti porti a quella successiva e allora ti capita di trovare un tipo di location o di personaggio che poi ti spinge ancora più in là. E’ un po’ così che costruisco un film. Mi piace. Mi piace fare film che partono dall’interno e poi si sviluppano.

 

Realizzi di proposito film che sfuggono a qualsiasi categorizzazione?

 

Non faccio film di genere. Probabilmente questo è quello che più si avvicina ad essere un film di genere. Cerco soprattutto di fare film che creino un loro mondo. Ma sono d’accordo: sfuggono alle definizioni. Penso però che in questo film ci siano elementi del cinema di genere: l’ambientazione sociale, l’atmosfera, un’atmosfera pop e adolescenziale. Anche i luoghi in cui è stato girato lo rendono un po’ diverso dagli altri miei film. Ma in generale cerco di fare film che rappresentino una propria realtà. E questo ha un certo suo fluire lirico, la cultura pop, i colori, le location, il tipo di attori. Ovviamente ci sono anche molte cose tipiche del mio cinema, ma è sicuramente un po’ diverso da quello che faccio di solito. E spero che contenga qualcosa di interessante anche da un punto di vista commerciale. Sarebbe bello che un grandissimo numero di spettatori potesse vedere un film come questo.

 

Cosa credi che penserà il pubblico affezionato al cinema di Harmony Korine?

 

Questa è una buona domanda. Davvero non lo so. Spero che ci sia qualcosa che gli possa piacere.

 

I tuoi film sono un osservatorio sulla società americana, ma hanno anche una forte risonanza internazionale. Come credi che verrà accolto dagli europei, che non hanno una tradizione di ‘spring break’?

 

Penso che chiunque possa capire la dissolutezza dell’adolescenza. Finire nei guai, incontrare le persone sbagliate. Ed effettivamente lo ‘spring break’ è più una metafora; il film parte dallo ‘spring break’ per poi andare in tutt’altra direzione, quando, dopo l’incontro con il personaggio di Alien, prende il sopravvento l’elemento della criminalità.

 

Nei tuoi film la musica gioca sempre un ruolo fondamentale, e nella sceneggiatura dai indicazioni precise su alcune canzoni che si devono sentire nel film. Ci vuoi dire qualcosa di come la musica influenza i tuoi film?

 

Ho inserito una colonna sonora che probabilmente sorprenderà la gente, forse è qualcosa di più simile alla “musica da film”, qualcosa di più asciutto e d’atmosfera, e anche un po’ malinconico. Ma c’è anche musica contenuta all’interno delle scene, canzoni pop e musica rap effettivamente ascoltate dai personaggi del film. Un miscuglio di diverse icone della cultura pop.

 

Paragonato agli altri tuoi film, questo progetto ha un budget decisamente più alto. Ci sono anche attrici che vengono inseguite dai paparazzi mentre stai girando. Da regista, come affronti questa situazione nuova?

 

Sono come un guerriero, un soldato del cinema. Per cui per me fa parte di quello che faccio, ed è tutto fantastico. Lo adoro. Lo accetto e lo faccio. Niente mi infastidisce quando giro un film. Gli elicotteri e tutto il resto fanno solo parte di questo, è parte dell’energia del film.

 

Da soldato, per cosa combatti?

 

Beh, per fare film. E’ l’unica cosa che conti.

 

INTERVITS A JAMES FRANCO

 

James, ricordi il primo momento in cui hai incontrato Harmony Korine e cosa ti ha colpito di lui?

 

Beh, mi sono sempre piaciuti i suoi film. Mi ricordo che molto tempo prima di incontrarlo, quando ero al liceo, era uscito nelle sale Kids che è stato un film molto importante per me e per i miei amici. Sembrava di sentire una voce nuova e interessante e siamo rimasti tutti affascinati da Kids. Da allora l’ho sempre seguito andando a vedere tutti i suoi film, ma l’ho incontrato solo molto tempo dopo. Frequentavamo lo stesso giro di amici ma non ci siamo mai incontrati, fino a quando non mi ha contattato per un progetto che forse avremmo potuto fare insieme, dato che era da tempo che volevamo collaborare ad un film anche se non sapevamo ancora quale. C’era l’idea di farne uno sugli sniffatori di colla. Ma proprio allora sono stato coinvolto in un progetto artistico frutto di un’ampia collaborazione, chiamato Rebel, che coinvolgeva un mucchio di artisti diversi chiamati a realizzare lavori ispirati al film di James Dean Gioventù bruciata (Rebel Without a Cause). Ho iniziato a lavorare al progetto, ma poi il mio compito è diventato quello di contattare i diversi artisti che si sarebbero occupati ciascuno di una specifica sezione. Avevo tutti gli artisti tranne che per la sezione che doveva essere una specie di remake della scena della lotta con i coltelli di Gioventù bruciata, per la quale ho poi coinvolto Harmony. Così ci siamo visti e lo abbiamo girato tutto in un giorno, visto che era solo un cortometraggio. E’ stato fantastico perché già andavamo d’accordo, ma ci siamo resi conto di poter lavorare molto bene insieme anche su un set. E’ stato notevole, è un tipo molto tranquillo. E poi, non so come, ci siamo allontanati dall’idea dello sniffatore di colla, mi ricordo solo che un giorno mi ha detto “So quello che faremo: Spring Breakers. Ora vado a scriverlo e poi torno”. Non so se stesse già covando l’idea di Spring Breakers, o perché… non so davvero da dove sia saltata fuori.

 

Poi cos’è successo?

 

E’ partito per la Florida, (ride) credo sia andato a Daytona, durante lo ‘spring break’ dell’anno scorso. E’ andato a vedere dove vanno gli spring breakers per trarre ispirazione per il film mentre lo scriveva. Ma quando è arrivato non c’era nessuno e credo che una tipa dell’hotel, una da body building, gli abbia detto qualcosa come: “No, non vengono più a Daytona, non vengono qui da oltre quindici anni”. Credo che ci fosse in giro solo un gruppo di motociclisti, o qualcosa del genere. Ma gli ha suggerito un altro posto, lui c’è andato e così ha trascorso un po’ di tempo con gli spring breakers, ma lo facevano diventare matto perché, mentre lui cercava di scrivere, continuavano a mettere le canzoni di Beyonce a tutto volume e a ‘sconvolgersi’ tutte le sere ed Harmony non riusciva ad andare avanti con la sceneggiatura. Allora se n’è andato e si è sistemato per scrivere in un hotel vicino ad un campo da golf, ma mi pare che lì si stesse svolgendo qualcosa tipo la “Small Person Wrestling Convention” (un raduno di wrestling per ‘piccoletti’), e che ci fosse anche Hulk Hogan (ride). Ma ha scritto la sceneggiatura in una settimana, me l’ha mandata ed era fantastica, così ho pensato: “Va bene, ci sto”.

 

Come ti sei preparato per il personaggio di Alien?

 

Nel film è un tipo con il quale non vorresti avere a che fare, con cui si finisce nei guai. Qual è il tuo approccio al personaggio di Alien? Harmony mi ha spedito tonnellate di video e fonti d’ispirazione, dicendomi: “Bene, guarda questo tipo e quello che fa, anche se lui lo fa in maniera un po’ esagerata, un po’ sopra le righe; se il tuo personaggio somigliasse a questo senza essere così estremo, allora andrebbe bene”. E poi ovviamente mi ha mandato delle clip per farmi studiare la voce, perché voleva un particolare accento del sud, e del rapper Gucci Mane – una serie di clip che Harmony ha girato con lui – e anche di Lil Wayne. Erano quel tipo di cose, come per esempio quello che beve Lil Wayne, un 15 miscuglio di sciroppo per la tosse e altra roba. Era una po’ una combinazione di tutte queste cose, ma quando Harmony è venuto giù in Florida l’ultimo elemento da cui ho tratto ispirazione è stato questo tipo, Dangerous, che adesso compare anche nel film.

 

Come lo ha trovato?

 

Dangerous è semplicemente venuto ad un casting. Harmony ha uno speciale talento nel trovare persone interessanti, bizzarre e originali, e ha visto in Dangerous la versione reale di questo personaggio. Così ha iniziato a mandarmi delle sue canzoni e, non appena sono arrivato, sono andato a casa di Dangerous per incontrarlo; abbiamo parlato della sua musica, della sua vita, di come stia cercando di sfondare e tutto il resto.

 

Quindi hai tratto ispirazione da diverse persone reali?

 

Alien è un po’ tutte queste persone, ma è anche qualcos’altro. Credo la chiave non sia dar vita a un personaggio che ricordi qualcuno che hai già visto. Lui ha anche un altro aspetto, si chiama Alien, perciò, sia che pensi di essere un Alieno o meno. ha questo lato nascosto, una specie di mistica quasi trash che aggiunge un livello ulteriore alla sua personalità. Harmony gli ha dato di proposito un aspetto molto vistoso. E il modo in cui all’inizio lo descriveva era una specie di combinazione tra un video di Britney Spears e Gaspar Noé. Quindi penso che il mio personaggio sia il risultato di questo strano intreccio, con un aspetto da gangster, ma anche con una specie di qualità mistica da vagabondo da spiaggia che lo rende un po’ misterioso.

 

Rimanevi nel personaggio durante il periodo delle riprese?

 

No, cioè non è che avessi bisogno che la gente mi chiamasse Alien o altro, ma avevo queste treccine … Voglio dire che non riesci a uscire completamente dal personaggio. Per esempio, quando andavo in albergo e salutavo le persone, loro mi guardavano un po’ spaventati o cose del genere, perché qualche volta dimenticavo il mio aspetto. Perciò in un certo senso ero sempre nel personaggio, non potevo uscirne del tutto. Quando fai un film all’inizio fai molte ricerche e poi arrivi a un punto e dici: “Ok”. Capisci di avere abbastanza materiale, qualcosa scatta e senti di aver capito il personaggio. E poi viene il passo successivo, perché secondo me metà del lavoro in effetti viene svolto dal contesto, dal regista, dalle scene, dal costumista e dai truccatori. Tutti questi elementi fanno metà del lavoro, e se facessi più di quello che mi viene richiesto, il risultato sarebbe troppo sopra le righe. Ho bisogno di capire come rendere il personaggio reale e credibile. E poi c’è molto lavoro da fare per il look e tutto il resto, perché il segreto per me, come attore, è essere naturale in modo che niente appaia forzato. E quando so che tutta questa roba è curata da altri, posso rilassarmi e lasciarmi andare. Voglio dire che con questo personaggio devi saperti divertire, perché se ci pensi troppo su allora diventa troppo rigido, ma se invece ti diverti e ti rilassi, allora prende vita.

 

Harmony come regista ha sempre lavorato con non-attori, mentre ora sta mettendo su una produzione indipendente con un cast mainstream, in particolare per quanto riguarda le ragazze. Si sente – lavorando con lui – che ha un background da regista di attori non professionisti? E quali sono le differenze in questo modo di dirigere gli attori?

 

Beh, noi lavoriamo molto bene insieme. Credo di capirlo bene, ho diretto qualche film e anche a me piace mescolare attori professionisti con non attori. Penso che quello che fai con un attore non professionista è dargli la parte giusta e non devi fargli ripetere i dialoghi parola per parola. Credo che questa sia una delle cose più difficili, far loro recitare le battute in modo naturale. E’ quello che un attore professionista riesce a fare meglio di un non professionista. Ma se hai qualcuno che 16 interpreta un personaggio che gli somiglia e riesci a farlo rilassare e ad esprimersi con parole sue, allora, se riesce ad entrare nella parte, ottieni grandi cose, qualche volta persino migliori di quelle che avresti ottenuto con un vero attore. Harmony mi lascia molta libertà. Partiamo sempre dalla sceneggiatura, poi lui comincia a spingermi in alcune direzioni, tipo: “Oh sì, sottolinea di più questa cosa”. E alla fine della scena ne viene fuori qualcosa di nuovo, solo grazie a lui che mi dice in che direzione andare e poi mi lascia prendere strade inaspettate.

 

Alcune delle ragazze sono icone dell’attuale cultura pop, pur essendo giovanissime. Com’è stato per te lavorare con loro a questo progetto?

 

E’ stato fantastico. Come ho detto, ho fatto parte di questo progetto fin dall’inizio, perfino prima che ci fosse una sceneggiatura. E quando Harmony mi ha detto come voleva che fosse composto il cast ho pensato che fosse perfetto perché crea davvero un mix straordinario di cultura pop e di cinema indipendente. Le attrici non sono come i loro personaggi ma credo che li abbiano compresi a fondo e perciò sono in grado di rilassarsi e di essere naturali. E’ uno sballo recitare con loro. Penso che non vedessero l’ora di lavorare in un film come questo, e ce l’hanno messa tutta. Anche per il modo in cui Harmony lavora, entra in questi ambienti e trova subito la cosa più interessante che c’è. E ha trascinato tutti noi in vere e proprie avventure, come infilarci in un’assurda sala da biliardo usando per il film le persone che stavano lì, o mettermi sul palcoscenico di uno spettacolo rap sulla spiaggia, in stile MTV (ride). Se ci ripenso mi sembra folle, ma lui ti trascina in queste cose, e le ragazze sono state molto eccitate all’idea di farne parte, hanno dato veramente il massimo e credo che funzioni alla perfezione.

 

Queste avventure rappresentano ancora una sfida?

 

Per esempio ti sei dovuto esibire come rapper davanti ad un’enorme folla di studenti in vacanza. Beh, io non sono un rapper! (Ride). Non ho mai fatto niente di simile prima e sicuramente non davanti a tutta quella gente. Ma credo di essere arrivato ad un punto in cui sono in grado di sapere se mi trovo in un film in cui ho il sostegno di quelli che mi stanno intorno. Stavo là sopra a fare rap davanti alla gente e al pubblico, ma anche se non sono 50 Cent, convinto che Harmony alla fine mi avrebbe fatto apparire al meglio. Questo mi ha reso abbastanza fiducioso nel buttarmi e dire “chi se ne frega”. Va tutto bene, perché alla fine è parte di un film che verrà montato. Perciò quello che voglio dire è che si tratta solo di aver fiducia nel regista. Quando so che c’è un bravo regista non mi spaventa quello che devo fare. Posso trovarmi in un ambiente come quello, e possono esserci alcune parti imbarazzanti, ma so che Harmony ne tirerà fuori qualcosa di buono.

 

Essendo cresciuto in America, qual era la tua percezione dei veri spring breakers e come metti in relazione la tua idea di questo specifico aspetto della cultura americana con quella di Harmony?

 

E’ buffo, sono un attore professionista da quindici anni, credo, e ci sono alcune cose della cultura americana che non ho mai sperimentato nella realtà, ma che ho sperimentato nei film. Per esempio non sono mai stato al ballo del liceo, ma poi ho recitato in film nei quali ci andavo, sai? E quando sono andato al college l’ho abbandonato dopo un anno per la scuola di recitazione, per cui non sono mai stato in un posto per spring breakers, e conosco solo quello che ho visto su MTV nel corso degli anni; quindi direi che questo è il mio primo ‘spring break’ (ride)!.

 

E in che modo Harmony lo ha trasformato secondo il proprio stile? Qual è la sua idea di quello che lo ‘spring break’ significa nella cultura americana?

 

Credo che da un certo punto di vista il film faccia propri alcuni aspetti della cultura pop e consumistica e il lato veramente pop dei ragazzi di oggi. Ma credo anche che il film riveli come 17 questo sia anestetizzante, o come così tanta cultura pop possa smorzare la nostra umanità, così che l’empatia tra le persone viene annullata e le loro azioni quasi non sembrino reali o non avere conseguenze, anche se per questi personaggi ci sono dei segnali di avvertimento. Non tutti i personaggi del film vanno fino in fondo e alcuni si fanno male, mentre in altri qualcosa si è spento per cui fanno queste cose dissennate perché è quasi come se non capissero la portata delle loro azioni. Direi, per come il film è strutturato, che Harmony creda che la cultura pop ne sia in parte la causa. Ma d’altra parte non penso neanche che lui la odi completamente, penso che trovi una strana bellezza nelle conseguenze inquietanti di questa cultura.

 

Harmony Korine è probabilmente il regista più bravo a rappresentare la cultura “white trash” mostrando di capirla e di accettarla. Sei d’accordo?

 

Sì, certo, lui è interessato alla gente e all’arte e alle forme di espressione che sono lontane da quelle mainstream. Ma è anche molto interessato alla cultura pop, in una versione spinta all’estremo tanto da diventare allo stesso tempo pacchiana e attraente, deformata e orrenda. Credo che voglia mostrare i suoi personaggi senza giudicarli, ma tirando fuori anche tutti i loro lati oscuri, tutte le stranezze, tutto quello che di inatteso c’è in una persona, magari anche quello che la gente vuole tenere segreto.

 

Harmony Korine ha detto una volta del suo lavoro: “Non mi è mai importato molto realizzare qualcosa che avesse del tutto senso, ho sempre voluto realizzare il perfetto nonsense”. Spring Breakers è destinato ad essere un perfetto nonsense o per te avrà senso?

 

Penso che all’apparenza ci saranno molti tocchi stilistici originali, o sarà probabilmente montato in modo abbastanza inusuale. Ma credo che abbia molto senso. Abbiamo lavorato un po’ sulla sceneggiatura quando sono arrivato qui per la pre-produzione, e penso che i personaggi e tutto l’arco narrativo al centro del film abbiano molto senso; ma il tutto sarà inserito all’interno di uno stile e di una struttura davvero insoliti.

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