8 maggio “Lovelace” – tutte le curiosità

8 maggio “Lovelace” di  Robert Epstein e Jeffrey Friedman con Amanda Seyfried (Linda Lovelace),Sharon Stone (Dorothy Boreman),Robert Patrick (John J. Boreman),James Franco (Hugh Hefner),Juno Temple (Patsy)

 

SINOSSI

 

 

Dai registi Premio Oscar Rob Epstein e Jeffrey Friedman (Urlo, Lo schermo velato) arriva una storia vera di fama, abuso e tradimento sullo sfondo della rivoluzione sessuale degli anni ’70. Protagonisti del film sono Amanda Seyfried e il candidato ai Golden Globe Peter Sarsgaard, affiancati da un cast d’eccezione che include il vincitore di un Emmy Hank Azaria, Wes Bentley, Adam Brody, il vincitore di un Emmy Bobby Cannavale, il candidato al Premio Oscar James Franco, Debi Mazar, il candidato ad un Golden Globe Chris Noth, Robert Patrick, Eric Roberts, la candidata al Premio Oscar Sharon Stone, la candidata al Premio Oscar Chloe Sevigny e Juno Temple.

 

Nel 1972, prima dell’avvento di Internet e dell’esplosione dell’industria del porno, Gola Profonda fu un fenomeno: si trattava del primo film pornografico pensato per il grande schermo, con una vera e propria trama, dello humour, ed una sconosciuta ed improbabile protagonista, Linda Lovelace. Nel tentativo di fuggire dalla morsa di una famiglia severa e religiosa, Linda scoprì la libertà e la bella vita quando si innamorò e sposò il carismatico protettore Chuck Traynor. Sotto lo pseudonimo di Linda Lovelace divenne una celebrità a livello internazionale, non tanto ragazza di Playboy, quanto accattivante ragazza della porta accanto con una capacità notevole nella pratica della fellatio. Completamente immersa nella sua nuova identità, Linda divenne un’entusiasta portavoce della libertà sessuale e dell’edonismo senza freni. Sei anni più tardi, Linda presentò al mondo un’altra versione dei fatti completamente contraddittoria rispetto alla precedente, in cui emergeva come sopravvissuta ad una storia molto più buia.

 

Lovelace è diretto da Rob Epstein e Jeffrey Friedman (Urlo, Lo schermo velato) su sceneggiatura di Andy Bellin (Trust). Il film è prodotto da Heidi Jo Markel per Eclectic Pictures, Laura Rister e Jason Weinberg per Untitled Entertainment e Jim Young per Animous Films, con Boaz Davidson, Danny Dimbort, Mark Gill, Merritt Johnson, Avi Lerner, Trevor Short e John Thompson per Nu Image/Millennium Films in qualità di produttori esecutivi. Lovelace è stato realizzato in collaborazione con gli eredi di Linda Lovelace.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA GENESI DI UN FILM

 

Il duo di registi Rob Epstein e Jeffrey Friedman hanno da sempre mostrato grande capacità di riprendere personaggi affascinanti, rivelazioni a catena e momenti decisivi che hanno cambiato il volto della regia dei documentari. Dal documentario Premio Oscar Common Threads: Stories from the Quilt, che fece comprendere agli americani che nessuno meritava di morire di AIDS, allo Lo schermo velato, l’adattamento della pioneristica ricerca di Vito Russo sull’evoluzione degli stereotipi sugli omosessuali nei film di Hollywood, e l’analisi delle vite degli omosessuali in Germania prima e dopo il Terzo Reich in Paragraph 175. Il loro approccio ponderato e rispettoso è stato applicato anche nella loro prima prova in un film non documentario, il biopic su Allen Ginsberg Urlo, con James Franco, Jeff Daniels, Jon Hamm e Mary-Louise Parker.

L’empatia di Epstein e Friedman nel rappresentare personaggi complessi, insieme ad uno stile di racconto dettagliato e coinvolgente, ha reso la storia di Linda Lovelace un perfetto soggetto per il loro secondo film. “Linda ha vissuto una vita straordinaria, ed è stata anche una figura culturale fondamentale in un periodo in cui la consapevolezza sessuale della società stava aumumentando”, dice Epstein. “Questo è quello che viene identificato come il periodo della rivoluzione sessuale, che porta al sorgere del movimento femminista. Linda è stata una figura importante in entrambi questi fenomeni”.

Molto prima che i due registi entrassero a far parte del progetto, la storia della Lovelace aveva suscitato l’interesse dei produttori Laura Rister e Jason Weinberg della Untitled Entertainment e Jim Young della Animus Films. Nel 2006 diedero vita al progetto con lo sceneggiatore Merritt Johnson che sviluppò e supervisionò le prime bozze della sceneggiatura.

Nel 2008, durante l’Ischia Film Festival, Weinberg e Johnson presentarono il progetto a Heidi Jo Markel della Eclectic Pictures e Avi Lerner della Millennium Films. Quando la Rister venne a sapere che Millennium non avrebbe più finanziato Inferno (un altro progetto su Linda Lovelace), suggerì a Young di contattare Markel per finanziare Lovelace tramite un accordo tra Eclectic e Millennium. “Si è trattato di un passaggio fortuito ad un progetto fattibile sia artisticamente che commercialmente”, racconta Markel.

I produttori nutrirono lo stesso interesse nel raccontare la storia di Linda ed esplorare l’idea di realizzare un film sulla rivoluzione sessuale di quell’epoca.

La produttrice Rister considerava Linda “l’icona di un’epoca”, come una delle prime reality star, alla ricerca di fama, affetto e amore. “Era una donna insicura che aveva avuto un’infanzia protetta, ma pensava che avrebbe tratto beneficio in qualche modo da quello che faceva. Non era né un’attrice, né una ballerina o una cantante, bensì era conosciuta per un’abilità molto specifica. Nonostante questo raggiunse una popolarità incredibile, e ancora oggi è sinonimo di quel momento storico in bilico tra due ideologie, l’accessibilità del mondo del porno e l’opposizione alla mercificazione della donna.

Per rappresentare una parte della vita della Lovelace sul grande schermo, i produttori avevano bisogno di registi che non mettessero semplicemente in pratica una metodologia lineare e girassero un biopic come tutti gli altri. Da estimatori del lavoro di Epstein e Friedman come registi di documentari, i produttori pensarono che il loro approccio realistico e giornalistico al soggetto dei loro lavori potesse essere ottimale per un progetto di questo tipo. “L’idea che potessero vedere la storia attraverso uno sguardo giornalistico e analizzare chi fosse questa enigmatica figura ci piacque molto”, dichiara Tim Young.

Dopo aver guardato Urlo nello studio di post-produzione di San Francisco di Epstein e Friedman, i produttori rimasero conquistati dall’approccio dei due registi al materiale e dalla loro capacità di prendere le distanze dalla struttura di un biopic tradizionale. La loro visione per Lovelace era raccontare la storia di Linda dal suo punto di vista psicologico e che si evolve nel corso del tempo.

La Markel fece aderire Andy Bellin al progetto, con il quale aveva già lavorato in precedenza su Trust. Bellin che modificò la sceneggiatura adattandola alle esigenze di Epstein e Friedman.

Il punto di partenza dei registi è stato decidere quali delle tante fasi della vita di Linda sembrassero essere più autentiche. “Erano tutte connesse, ma sembravano contraddittorie da diversi punti di vista”, racconta Epstein. I registi decisero di partire dal momento in cui Linda viveva ancora a casa con una madre religiosa e molto severa, per poi passare alla sua liberazione quando cade tra le braccia di Chuck Traynor, che prende poi il controllo della sua vita e la persuade a girare dei film porno. All’età di 22 anni divenne una star internazionale del porno; nove anni più tardi aveva ormai abbandonato completamente quel mondo e rinnegava di esservi entrata per sua libera scelta. “Volevamo trovare una struttura che sposasse il suo stato mentale in ognuna di queste fasi”, aggiunge Friedman. “L’idea di giocare con queste lenti attraverso le quali vedere la sua vita ci sembrava un modo più interessante di strutturare il film anziché ricorrere all’ordine cronologico”.

Oltre alle risorse concrete usate per la loro ricerca (autobiografie, filmati d’archivio e interviste oltre che conversazioni con Catherine MacKinnon e Gloria Steinem, che sono state molto utili nel fornire un’immagine personale di che donna fosse Linda), i registi hanno anche passato una giornata sul set di un film porno appena prima dell’inizio delle riprese. “Volevamo farci un’idea di che mondo fosse e di come le persone si relazionassero tra loro sul set quando non stavano girando”, spiega Friedman. “è stato molto educativo vedere che si tratta di un ambiente estremamente professionale, molto casual e concreto, ma allo stesso tempo molto rispettoso nei confronti degli attori, in special modo le donne, che in pratica dirigevano le riprese”.

 

AMBIENTAZIONE

 

La scelta di girare scene ambientate a Los Angeles nella stessa città e non in studio si è rivelato un vantaggio per la produzione. “Fortunatamente siamo stati in grado di assicurarci gli incentivi dello Stato della California e abbiamo potuto approfittare dei benefici del girare a Los Angeles e dintorni, potendo contare su un cast e una troupe di tutto rispetto pur avendo a disposizione un budget limitato, utilizzando costumi e oggetti d’epoca”, afferma Young. La California è stata inoltre un’ottima sostituta della Florida, stato in cui è ambientata gran parte della vicenda. Per le brevi scene ambientate a New York, i produttori hanno utilizzato il centro di Los Angeles e i set della Warner Bros. Nel corso dei 25 giorni di riprese, sono state girate scene anche presso l’Alex Theatre di Glendale, il Langham Huntington Hotel di Pasadena, la pista di pattinaggio Moonlight Rollerway di Pasadena e a Long Beach.

 

 

 

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CASTING

 

 

La fase dei casting è fondamentale per qualsiasi film. Il ruolo di Linda Lovelace, tuttavia, richiedeva un’attrice che fosse disposta a tutto per interpretare il ruolo. “Se dovessi usare due aggettivi per definire Amanda Seyfried, direi che è senza paura e coraggiosa”, dice Markel. “Era l’attrice perfetta per questa parte per via della sua immersione nel personaggio sin dall’inizio, il suo impegno nel darle giustizia nella sua interpretazione, prendendo lezioni per modulare la sua voce, studiando, leggendo ogni libro scritto su Linda”. Rister concorda sul fatto che la Seyfried “non avesse inibizioni e fosse pronta a prendere la storia di petto mettendoci tutta se stessa”.

Dopo una lunga cena con Epstein e Friedman, la Seyfried rimase colpita “dalla visione perfetta e dalla preparazione meticolosa” dei due registi. All’attrice fu perfettamente chiaro che avrebbe dovuto dedicarsi completamente al far prendere vita a questo personaggio. “Si trattava della prima volta in cui uscivo dal seminato, e interpretare un personaggio realmente esistito è un compito ricco di responsabilità. Linda lavorò duramente per moltissimi anni affinché qualcuno la ascoltasse e per far sentire la propria voce. È una storia di sopravvivenza, e per me era fondamentale rappresentare esattamente tutto quello che ha passato, perché la storia è raccontata dal suo punto di vista”.

Dal momento che la Seyfried non era ancora nata quando Gola Profonda uscì in sala, l’attrice dovette studiare a fondo il personaggio. “Non sapevo nulla di Linda Lovelace, e penso che la maggior parte della persone crede di avere un’idea ben precisa di chi fosse senza conoscere tutta la storia. Sì, era una pornostar, ma era molto di più di questo”.

La Seyfried ha avuto accesso alle copie originali delle autobiografie della Lovelace, oltre a riprese esclusive che andavano dal periodo di Gola Profonda fino alla sua morte. “Avevo molto materiale a cui ispirarmi. Il suo accento è impresso nella mia mente”.

La Seyfried finì per guardare il celeberrimo Gola Profonda solo a metà delle riprese di Lovelace. “Guardare quel film è stato emozionante e difficile, avendo saputo quello che successe e tutti i retroscena del caso, ma allo stesso tempo mi ha aiutato a catturare la vera essenza di Linda”.

Per interpretare il marito di Linda, Chuck Traynor, i produttori cercarono un attore abituato a ruoli da protagonista, ma che avesse anche tratti da caratterista, in modo tale da essere in grado di interpretare al meglio le due facce di Chuck, la personalità magnetica e la forza bruta che lo portava ad abusare e a controllare Linda. “Peter Sarsgaard iniziò la sua audizione e fu subito in grado di far sua una complessità psicologica del genere e di mostrare la sua versatilità come attore”.

Sarsgaard inizialmente non era sicuro che sarebbe stato in grado di accettare un ruolo così intenso, specialmente pensando a sua moglie, allora incinta. “Ma Maggie pensava che si trattasse di un’ottima opportunità per me. Ho recitato in molti film cupi e mia moglie mi ha ricordato che dopo aver interpretato un ruolo del genere mi sento meglio di come sarei stato se non avessi accettato la sfida. Ci si sfoga, ci si sente quasi purificati. Si tratta di esperienze catartiche”.

Analizzando i loro personaggi, la Seyfried e Sarsgaard si sono subito resi conto del tipo di rapporto che intercorreva tra Linda e Chuck. “Serva e padrone”, osserva Sarsgaard. Sono entrambi estremamente naif, li vedo come due ragazzini”. La controllava in ogni sua mossa; non la lasciava neanche andare in bagno senza il suo permesso. Quando diventò famosa, c’erano talmente tante altre persone coinvolte che a Linda sembrava di poter riuscire a scappare da questo rapporto. La fama le permise di distanziarsi da Chuck e dal suo controllo; questo le salvò la vita.

Oltre ad essere gli attori migliori per la parte, l’affinità tra Sarsgaard e la Seyfried è stata fondamentale. C’era stima reciproca tra i due, il che ha reso i due personaggi ancora più credibili. La Seyfried afferma: “Non potevo credere che una persona così carismatica potesse interpretare un mostro così minaccioso, crudele. Quell’uomo era imprevedibile e strano, e Peter è stato in grado di interpretarlo alla perfezione. Ha capito perfettamente che il pubblico doveva vedere il lato di Chuck che aveva fatto innamorare Linda”. Sarsgaard, d’altro canto, è stato “ispirato dall’entusiasmo di qualcuno che non ha lavorato in questo business da molto. Il fatto che Amanda stia sperimentando cose nuove rende tutto più spontaneo e vivace”.

La Seyfried aggiunge che in fondo “il film parla del percorso di questa donna, e di questa relazione così tossica e negativa. Si tratta dell’analisi di un personaggio, e finalmente vediamo la storia di Linda raccontata nel modo giusto”.

 

 

IL CAST

 

 

AMANDA SEYFRIED

 

 

Amanda Seyfried si è affermata come una delle giovani attrici più interessanti di Hollywood.

E’conosciuta principalmente per il suo ruolo da protagonista nel blockbuster di Universal Pictures Mamma Mia!. Nel film, l’attrice si fa notare soprattutto per la sua abilità nel canto nella parte di Sophie, la figlia di Donna (Meryl Streep). Il film, diretto da Phyllida Lloyd, è uscito nel luglio del 2008 ed ha incassato oltre 600 milioni di dollari nel mondo.

Più recentemente, l’attrice ha recitato nell’adattamento cinematografico di Les Miserables di Universal Pictures, in cui interpretava il ruolo di Cosette, accanto ad Anne Hathaway, Hugh Jackman e Russell Crowe. Tom Hopper ha diretto il film, che è uscito negli Stati Uniti il 25 dicembre 2012.

La Seyfried ha partecipato anche a The Big Wedding, prodotto dalla Lionsgate. Nel film l’attrice recita al fianco di Robert De Niro e Diane Keaton. Il film è diretto da Justin Zackham (Non è mai troppo tardi) ed è uscito negli Stati Uniti il 26 aprile 2013. Sempre nel 2013, l’attrice ha prestato la sua voce alla protagonista del film di animazione della 20th Century Fox Epic, un’adolescente che si ritrova trasportata in una fitta foresta in cui sta avendo luogo una battaglia tra il bene e le forze del male. Il film è uscito nel maggio del 2013. Nel 2011, ha recitato nel thriller fantascientifico della New Regency In Time, al fianco di Justin Timberlake, con regia e sceneggiatura di Andrew Niccol. Sempre nello stesso anno, l’attrice è stata protagonista di Cappuccetto Rosso Sangue della Warner Bros. Prodotto dalla Appian Way di Leonardo di Caprio, il film è diretto da Catherine Hardwicke.

Nel 2010, la Seyfried è stata protagonista al fianco di Channing Tatum di Dear John, l’adattamento cinematografico dell’omonimo best seller di Nicholas Sparks che è stato un grande successo al box office.

Sempre nel 2010, l’attrice è stata protagonista del film Letters to Juliet, in cui interpreta una giovane americana che si reca a Verona per rispondere alle lettere che le persone scrivono alla Giulietta protagonista della tragedia di Shakespeare.

In quell’anno la Seyfried ha recitato in Chloe, il thriller diretto da Atom Egoyan in cui appare al fianco di Julianne Moore e Liam Neeson.

Nel 2009 l’attrice ha recitato accanto a Megan Fox nel film Jennifer’s Body, prodotto da Fox.

Sul fronte televisivo, la Seyfried ha raccolto il favore della critica per il suo ruolo nella serie drammatica di HBO Big Love, più volte nominate ai Golden Globe.

Nata in Pennsylvania, Amanda ha iniziato la sua carriera come modella all’età di 11 anni. In breve tempo è passata alla recitazione ed ha ottenuto il suo primo ruolo nel 2000.

L’attrice ha sfondato nel 2004 grazie al suo ruolo in Mean Girls, film scritto da Lorne Michaels e Tina Fey e prodotto da Paramount in cui recitava al fianco di Lindsay Lohan e Rachel McAdams. Insieme si sono aggiudicate il premio come miglior cast corale agli MTV Movie Awards.

Nel 2005, la Seyfried ha partecipato a Nove vite da donna, acclamato al Sundance Film Festival. Scritto e diretto da Rodrigo Garcia, il film vedeva protagonisti anche Sissy Spacek, Glenn Close, Holly Hunter, Robin Wright Penn e Dakota Fanning. Nel 2006 è apparsa in Alpha Dog, diretto da Nick Cassavetes, con Justin Timberlake, Sharon Stone, Emile Hirsch e Bruce Willis. Ha poi partecipato ad American Gun, con Donald Sutherland, Forest Whitaker e Marcia Gay Harden.

La Seyfried attualmente vive tra Los Angeles e New York.

 

SHARON STONE

 

Attrice, produttrice, regista, attivista e filantropa, Sharon Stone è una vera e propria cittadina del mondo. È apparsa in oltre 40 film per la regia di talenti leggendari quali Woody Allen, Paul Verhoeven, Mark Rydell, Sam Raimi e Martin Scorsese, regista del film Casino, per cui è stata nominata ad un Oscar. Sharon ha vinto un Golden Globe ed un Emmy.

Parallelamente alla sua carriera da attrice, Sharon ha raccolto centinaia di milioni di dollari per organizzazioni benefiche quali AMFAR, Planet Hope, Cinema Against Aids e la Elton John Aids

Foundation. Coinvolta in prima persona in cause politiche, Sharon ha raccolto fondi per la campagna presidenziale di Obama. La Stone ha ricevuto l’Humanitarian Award di Harvard a riconoscimento del suo impegno umanitario e ha tenuto lezioni presso il prestigioso ateneo statunitense. Sharon ha presentato il concerto in onore del Premio Nobel della Pace nel 2011 e ha tenuto due lezioni al Karolinska Institutet. Sharon ha tenuto un discorso in occasione dell’incontro del Forum Economico Mondiale a Davos. L’attrice è membro del consiglio direttivo dell’American Himalayan Foundation ed è stata insignita dei titoli di Cavaliere e Commendatore dell’Ordine delle Arti e delle Lettere del Governo francese. Sharon ha ricevuto l’onorificenza per l’impegno umanitario della Human Rights Campaign e della Global Conference Institutes nel campo della cura medica e della medicina. L’attrice è stata insignita del World Charity Award consegnatole da Mikhail Gorbachov e del premio come cittadina dell’anno della città in cui abita, Los Angeles. Le sono stati conferiti dottorati honoris causa dalla Edinboro University e dalla University of Maryland Eastern Shore.

 

Sharon è madre single di tre figli: Roan,12 anni, Laird, 7 anni, e Quinn, 6 anni.

 

PETER SARSGAARD

 

Peter Sarsgaard è un attore conosciuto per la sua versatilità e per la capacità di far trasparire ciò che si nasconde dietro i personaggi che interpreta. Ha fatto il suo debutto sullo schermo nel film di Tim Robbins Dead Man Walking (1995), e ha successivamente continuato ad avere ruoli in film d’autore, come quello di impatto del killer omofobico in Boys Don’t Cry (1999), che vedeva come protagonista Hilary Swank nel ruolo di un’adolescente transessuale. Altri ruoli impegnativi che hanno suscitato il plauso della critica sono quelli ne L’inventore di favole (2003), che gli è valso una serie di premi, tra cui il National Society of Film Critics Award, La mia vita a Garden State (2004) e Kinsey (2004). Peter ha raggiunto la fama con ruoli in Jarhead (2005), Flightplan – Mistero in volo (2005), An Education (2009), Lanterna Verde (2011) e Blue Jasmine (2013). Ha appena finito di girare Night Moves, di Kelly Reichardt, in cui recita al fianco di Jesse Eisenberg e Dakota Fanning. Vive a Park Slope, Brooklyn con la moglie Maggie Gyllenhaal e le loro due figlie.

 

HANK AZARIA

 

Candidato ad un Tony Award e vincitore di quattro Emmy, Hank Azaria è un interprete versatile, sul grande schermo, in tv e in teatro, oltre che uno stimato regista e comico.

Azaria ha doppiato il personaggio di Gargamella ne I Puffi e I Puffi 2, film di grandissimo successo.  Azaria ha recentemente prestato la sua voce in Hop e Happy Feet 2, due film di animazione di grande successo che hanno incassato ciascuno oltre 150 milioni di dollari nel mondo.

Ha recitato in Amore e altri rimedi, con Jake Gyllenhaal e Anne Hathaway, e in Una notte al museo 2 – la fuga, che ha incassato oltre 415 milioni di dollari nel mondo.

Nel 1997 Azaria ha interpretato l’irresistibile domestico guatemalteco Agador Spartacus nel film di Mike Nichols Piume di struzzo. Questo ruolo ha lanciato la carriera cinematografica di Azaria e gli è valso la candidatura allo Screen Actors Guild Award come miglior attore non protagonista e alla vittoria della statuetta per il miglior cast corale. In precedenza aveva ricevuto il plauso della critica per il ruolo del produttore televisivo Albert Freedman nel film candidato al Premio Oscar nel 1994 Quiz Show. Tra gli altri film di Azaria sono degni di nota Anno Uno, con Jack Black e Michael Cera; Godzilla, di Roland Emmerich; l’adattamento cinematografico del 1998 di Paradiso Perduto, con Ethan Hawke e Gwyneth Paltrow; Il prezzo della libertà, di Tim Robbins; Celebrity, di Woody Allen; I perfetti innamorati, con Julia Roberts e Billy Crystal; L’inventore di favole, con Peter Sarsgaard e Hayden Christensen. Altri titoli dell’attore sono E alla fine arriva Polly, Palle al balzo – Dodgeball, L’ultimo contratto, Heat – La sfida, Amiche per sempre e Pretty Woman.

Azaria è anche conosciuto per la sua interpretazione dello psichiatra Craig “Huff” Huffstodt nella serie televisiva andata in onda su Showtime Huff, particolarmente apprezzata dalla critica.

Nel 1999 Azaria ha interpretato Mitch Alborn accanto alla leggenda Jack Lemmon nel film per la TV Tuesdays with Morrie, aggiudicandosi l’Emmy come miglior attore non protagonista in una miniserie o film. Sempre per quanto riguarda i film per la TV, Azaria ha recitato in La Rivolta di John Avnet e nel film del 2005 Fail Safe, diretto da Stephen Frears.

 

Azaria è considerato come uno dei migliori doppiatori americani, con oltre 20 anni di esperienza in qualità di  una delle voci de I Simpson. Nella storica serie di Matt Groening l’attore presta la voce a moltissimi personaggi, tra cui Moe Szylak, Apu, Clancy Winchester e Uomo dei fumetti. Azaria è stato candidato a cinque Emmy e ne ha vinti tre per il suo ruolo di doppiatore nella serie. Nel 2007 l’attore ha portato i suoi personaggi sul grande schermo ne I Simpson – Il film. In veste di doppiatore, Azaria è apparso nel ruolo di Venom/Eddie Brock nella serie animata Spiderman, e in quello di Bartok nel film di animazione Anastasia.

A teatro Azaria ha partecipato a diverse produzioni, tra cui una nel West End di Londra di Sexual Perversity in Chicago di David Mamet nel 2003 con Matthew Perry e Minnie Driver. Nel 2005, Azaria è stato il primo interprete di Lancillotto in Spamalot, il musical ispirato a Monty Python e il Sacro Graal. Lo show ha avuto un successo incredibile e si è aggiudicato ben 14 candidature ai Tony Awards, tra cui quella come miglior attore in un musical, proprio per la performance di Azaria. Nel 2007 l’attore è ritornato a Broadway ed ha interpretato il capo della RCA David Sarnoff in The Farnsworth Invention, di Aaron Sorkin.

Nel 2004, Azaria ha scritto, diretto e prodotto il cortometraggio Nobody’s perfect, che ha vinto il Film Discovery Jury Award come miglior cortometraggio allo U.S. Comedy Arts Festival e il riconoscimento come miglior corto all’Ojai Film Festival.

 

 

JAMES FRANCO

 

La metamorfosi di James Franco nel ruolo da protagonista del biopic di TNT James Dean gli è valsa il plauso della critica oltre che un Golden Globe come miglior attore in un film per la tv. Per questa performance memorabile, Franco ha ottenuto anche candidature ad un Emmy e ad uno Screen Actors Guild Award per questa performance memorabile. Franco è stato insignito di un Independent Spirit Award come miglior attore protagonista, ed è stato candidato al Premio Oscar, ad un Golden Globe e ad uno Screen Actors Guild Award per il ruolo da protagonista nell’apprezzato film drammatico 127 ore. La sua performance accanto a Sean Penn nel film di Gus Van Sant Milk gli è valsa un Independent Spirit Award come miglior attore non protagonista ed è stato candidato ad un Golden Globe per il suo ruolo nella commedia di David Gordon Green Strafumati, in cui appariva al fianco di Seth Rogen. L’attore è inoltre conosciuto per aver interpretato il ruolo di Harry Osbourne nella trilogia di Spiderman di Sam Raimi.

Inoltre, James Franco ha recitato nel remake di successo della saga de Il pianeta delle scimmie, L’alba del pianeta delle scimmie. Tra gli altri ruoli dell’attore quelli in Mangia, prega, ama con Julia Roberts, nella commedia di Shawn Levy Notte folle a Manhattan, ne Il grande e potente Oz di Sam Raimi, in As I Lay Dying e Child of God, che ha anche scritto e diretto, in Facciamola finita, con Jonah Hill e Seth Rogen, in Homefront, basato su una sceneggiatura di Sylvester Stallone e con Jason Statham e Kate Bosworth, in Third Person e True Story, entrambi di Paul Haggis.

Tra gli altri crediti di James Franco ricordiamo Urlo di Rob Epstein e Jeffrey Friedman, in cui interpreta il famoso poeta Allen Ginsberg, Come un uragano di George C. Wolfe, Nella valle di Elah di Paul Haggis, il film drammatico di Karen Moncrieff The Dead Girl, An American Crime di Tommy O’ Haver, The Great Raid – Un pugno di eroi di John Dahl, The Company di Robert Altman, Colpevole d’omicidio con Robert De Niro e Deuces Wild. I guerrieri di New York, prodotto da Martin Scorsese. In televisione, Franco è stato uno dei protagonisti della serie culto Freaks and Geeks.

L’attore ha scritto, diretto ed interpretato Good Time Max e The Ape. Il cortometraggio Herbert White, che ha scritto e diretto con protagonista Michael Shannon, ha debuttato al Sundance Film Festival nel 2010. The Feast of Stephen, sempre scritto e diretto da Franco, è stato presentato in anteprima al Festival di Berlino dove ha vinto un Teddy Award. Inoltre Franco ha diretto Saturday Night, un documentario sulla produzione settimanale di un episodio di Saturday Night Live, che è stato presentato in anteprima al festival South by Southwest, e The Clerks Tale, che è stato presentato a Cannes. Franco ha recentemente scritto e diretto una biografia sul poeta Hart Crane dal titolo The Broken Tower, che è stata presentata in anteprima al Los Angeles Film Festival nel 2011, e ha diretto Sal, un film basato sulla vita di Sal Mineo, presentato alla Mostra internazionale del cinema di Venezia. Tra gli altri film in cui ha avuto un ruolo figurano The Brass Teapot, L’altra donna del re, I tre moschettieri, Mr. Nobody, The Year One, 1939, St. Trinians, Wild Child e Pandaemonium.

 

REGIA, SCENEGGIATURA E PRODUZIONE

 

ROB EPSTEIN AND JEFFREY FRIEDMAN (Registi) Rob Epstein e Jeffrey Friedman sono nel novero dei pochi registi, scrittori e produttori nel mondo della cinematografia indipendente a lavorare sia su documentari che su film narrativi. I due hanno ricevuto due Premi Oscar, diversi Emmy, tre Peabody Awards e una Guggenheim Fellowship. Uno dei loro ultimi progetti, il cortometraggio documentario The Battle of amfAR, è stato presentato al Sundance Festival nel 2013.

Epstein e Friedman hanno scritto, diretto e prodotto Urlo, il loro primo film non documentario, con James Franco nei panni di un giovane Allen Ginsberg, con David Strathairn, Jon Hamm, Jeff Daniels e Mary-Louise Parker. Urlo è stato selezionato per la serata di apertura del Sundance Film Festival nel 2010 ed è stato in concorso alla Berlinale. Epstein e Friedman hanno steso la sceneggiatura di Urlo come soci del laboratorio di sceneggiatura del Sundance Institute.

Epstein e Friedman hanno firmato anche Common Threads: Stories from the Quilt (Premio Oscar come miglior documentario), Lo schermo velato (Sundance Freedom of Expression Award, Emmy Award per migliore regia), Paragraph 175 (Sundance Documentary Directing Award) e Where are we? Our Trip through America (presentato in anteprima al Sundance Film Festival).

Rob Epstein ha diretto il rivoluzionario documentario The Times of Harvey Milk, per il quale ha ottenuto il suo primo Premio Oscar; il film fa parte della Criterion Collection ed è stato recentemente selezionato per il National Film Registry della Biblioteca del Congresso. In precedenza, Epstein è stato uno dei sei registi dello storico documentario Word is out. È stato scelto per il programma di stage di regia dell’American Film Institute focalizzato sul film di Martha Coolidge Rosa Scompiglio ed i suoi amanti. È stato uno dei professori del corso di cinematografia alla Tisch School for the Arts alla New York University e attualmente ha una cattedra nel corso di cinematografia del California College of the Arts.

Jeffrey Friedman ha iniziato la sua carriera col montaggio di film storici quali Toro scatenato e L’esorcista, ed ha lavorato con alcuni dei tecnici del montaggio più stimati nel mondo del cinema, tra cui Dede Allen e Thelma Schoonmaker.. Ha avuto una carriera significativa come tecnico del montaggio; uno dei suoi lavori più recenti è il cortometraggio documentario Kings Point, inserito nella short list per una candidatura al Premio Oscar nel 2012. Friedman ha insegnato alla Stanford University e al California College of the Arts.

Epstein e Friedman hanno firmato con Sharon Wood The Art of Nonfiction Movie Making, pubblicato da Praeger Press nel 2013. L’Institute of Contemporary Art di Londra e il Festival Internazionale del Cinema di Taipei a Taiwan hanno ospitato retrospettive sulla carriera di Epstein e Friedman. I due registi hanno fondato la Telling Pictures, con sede a San Francisco.

 

 

ANDY BELLIN (Sceneggiatore)

 

Andy Bellin ha frequentato il dottorato in Astrofisica, è stato redattore della rivista letteraria di George Plimpton The Paris Review, ha scritto per il Wall Street Journal ed Esquire, è stato autore del pluripremiato libro Poker Nation pubblicato da Harper Collins nel 2002, ed è stato candidato ad un Jeff Award per la sua pièce teatrale Trust, rappresentata a teatro da Clive Owen e Catherine Keener.

 

 

HEIDI JO MARKEL (Produttrice)

 

Dopo la laurea in Scienze politico-economiche presso l’Università di Berkeley, Heidi Jo Markel si è trasferita a Los Angeles alla metà degli anni Novanta, periodo in cui è entrata in contatto con l’industria cinematografica. Dopo una serie di ruoli minori in film indipendenti, ha avuto l’opportunità di lavorare dietro le quinte, scoprendo la sua vera passione, la produzione.

Nel 1999, affascinata dall’idea del regista Bernard Rose di girare un adattamento ambientato al giorno d’oggi del racconto di Lev Tolstoj La morte di Ivan Il’ič, la Markel ha prodotto e recitato in Ivansxtc, in programma nei maggiori festival del mondo e candidato a quattro Independent Sprit Award.

Dopo essersi fatta le ossa con Tolstoj, la Markel ha prodotto Blind Horizon – Attacco al potere, presentato in anteprima al festival South by Southwest nel 2003. Un anno dopo, la Markel cominciò a lavorare ad un progetto basato sulle profonde opere letterarie di Bernard Malamud. The Tenants, un cupo film drammatico con Snoop Dogg e Dylan McDermott, è stato presentato in anteprima al Tribeca Film Festival nel 2005.

Dopo anni come produttrice indipendente, la Markel ha fondato la Eclectic Pictures con lo scopo di “essere versatili sposando gli aspetti commerciali e artistici della produzione”.

Nel 2008, la Markel si è trasferita a New York per dedicarsi a nuovi progetti stimolanti. Conquistata dalla forza della sceneggiatura di Andy Bellin Trust, la storia di un predatore di Internet che rovina una famiglia comune, la Markel ha deciso di collaborare con David Schwimmer (anche membro del consiglio del centro di crisi per le violenze sulle donne di Los Angeles) per girare il secondo film da regista del celebre attore nel Michigan. Trust, che vede protagonisti Clive Owen, Catherine Keener, Viola Davis e la straordinaria esordiente Liana Liberato (premiata come miglior attrice al Chicago Film Festival), è stato presentato in anteprima al Toronto Film Festival nel 2010, guadagnando il plauso della critica, così come il supporto di professori universitari, organizzazioni governative, organizzazioni benefiche e associazioni per la tutela dei minori.

Recentemente, la Eclectic si è assicurata la produzione di due film dal cast stellare in collaborazione con Millennium Film. Si tratta di Lovelace e della commedia romantica Quello che so sull’amore, con Gerald Butler per la regia di Gabriele Muccino, che racconta l’avvincente storia di un ex giocatore del Manchester United diventato allenatore di una squadra di pulcini che non riesce a resistere quando si ritrova a poter segnare un gol a porta vuota con le bellissime mamme dei piccoli, interpretate da Uma Thurman, Catherine Zeta-Jones, Judy Greer e Jessica Biel.

 

LAURA RISTER (Produttrice)

 

Laura Rister, una dei dieci produttori da seguire secondo Variety nel 2011, è una produttrice cinematografica e televisiva che vive e lavora a Los Angeles e si occupa del coordinamento della produzione alla Untitled Entertainment. La Rister è anche agente di alcuni scrittori. Laura ha prodotto Lovelace e The Iceman, scritto e diretto da Ariel Vromen, con Michael Shannon, Chris Evans, Ray Liotta, Winona Ryder e James Franco, presentato con successo ai Festival di Venezia, Telluride e Toronto.

Laura ha prodotto il film candidato ad un Premio Oscar Margin Call, con Kevin Spacey e Jeremy Irons punte di diamante di un cast stellare. Il film si è aggiudicato due Independent Spirit Award, quello come miglior opera prima e l’Altman Award, ed è stato distribuito da Lionsgate e Roadside Attractions. Lawless, di John Hilcoat con Shia LaBoeuf, Tom Hardy, Guy Pierce, Gary Oldman e Jessica Chastain, è stato presentato al Festival di Cannes nel 2012. The Words, con Bradley Cooper, Jeremy Irons, Dennis Quaid, Olivia Wilde, Zoe Saldana e Ben Barnes, è uscito nel settembre del 2012.

Nell’epoca d’oro della Miramax Films Laura è stata Direttore dei casting e vice-presidente Produzione e Sviluppo. La Rister ha iniziato la sua carriera nel mondo del giornalismo, lavorando per CNN a Washington sui programmi di approfondimento politico Crossfire, Capital Gang, Reliable Sources e Inside Politics. Ha conseguito la laurea con lode in Scienze Politiche presso la University of Michigan, con indirizzo internazionale/comunicazione.

 

JASON WEINBERG (Produttore esecutivo)

 

Nato a New York, Jason Weinberg ha frequentato la London School of Economics e la Wesleyan University. Dopo essersi laureato in Psicologia ed Economia nel 1989, Jason si è fatto le ossa nel mondo delle pubbliche relazioni nel settore dell’entertainment lavorando con uno dei guru del settore, Bobby Zarem. Weinberg ha fondato la sua agenzia PR nel 1991, acquisendo in breve tempo clienti di alto profilo tra registi, musicisti ed atleti. Nel 1998, Jason ha deciso di abbandonare le pubbliche relazioni per diventare agente, in qualità di co-fondatore della Untitled Entertainment, una delle società più importanti in questo campo, con clienti in svariati ambiti. Recentemente, Untitled ha partecipato in qualità di produttore esecutivo a Margin Call, candidato al Premio Oscar e vincitore di un Independent Spirit Award. Tra i crediti di produzione televisiva di Jason figurano la pluripremiata sede di HBO Enlightened, la serie di Lifetime The Conversation, che si è guadagnata il plauso della critica e la serie di Showtime Ray Donovan, che ha debuttato nel 2013.

 

 

JIM YOUNG (Produttore)

 

Il produttore Jim Young ha fondato Animus Films dieci anni fa. La prima produzione di Young è stato il pluripremiato documentario Year of the Bull, che è stato trasmesso in prima visione da Showtime. Ha poi prodotto il film Homecoming, di Morgan J. Freeman con Mischa Barton, Jessica Stroup e Matt Long, e la commedia noir Don McKay, con i candidati al Premio Oscar Tomas Haden Church ed Elisabeth Shue e la vincitrice del Premio Oscar Melissa Leo. Il film è stato presentato in anteprima al Tribeca Film Festival.

Il film di Young The Words, con Bradley Cooper, Jeremy Irons, Dennis Quaid, Olivia Wilde e Zoe Saldana, è stato il film di chiusura del Sundance Film Festival nel 2012.

Lovelace, con un cast stellare che comprende Amanda Seyfried, Peter Sarsgaard, Sharon Stone, Sarah Jessica Parker, Hank Azaria e James Franco, è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival nel 2013.

I registi Premio Oscar Rob Epstein e Jeffrey Friedman hanno diretto la pellicola.

Young era un membro del Film Independent Producer’s Lab ed ha ricevuto la prestigioso finanziamento per produttori in memoria di Alfred P. Sloan per The Man Who Knew Infinity. In precedenza, Young è stato un creativo alla American Entertainment Company dell’attore Bill Paxton, dove ha lavorato alla realizzazione del film Frailty – Nessuno è al sicuro, con Matthew McConaughey e Bill Paxton. È un membro dell’associazione americana dei produttori (Producer’s Guild of America) ed ha frequentato il corso di Letteratura drammatica presso la New York University.

 

ERIC EDWARDS (Direttore della fotografia)

 

Eric Edwards è stato dietro alle quinte in più di 30 film, tra cui il fondamentale film di Gus Van Sant Belli e Dannati (1991), per il quale ha ottenuto una candidatura ad un Independent Spirit Award.

Nel 1996, due film con la fotografia di Edwards sono stati presentati al Festival di Cannes: Da morire di Gus Van Sant, con Nicole Kidman e Matt Dillon, e l’opera prima del regista Larry Clark, il controverso Kids.

L’anno successivo, lo stile naturale ma originale di Edwards è ritornato a Cannes con la commedia di David O. Russell Amori e disastri, con Ben Stiller, Patricia Arquette e Tea Leoni.  

Ha poi lavorato a Ti odio, ti lascio, ti… di Peyton Reed con Vince Vaughn e Jennifer Aniston, e alla commedia di grande successo di Judd Apatow Molto incinta, con Katherine Heigl e Seth Rogen (2007).

Edwards ha lavorato anche a Winged Creatures – Il giorno del destino, con Kate Beckinsale, Dakota Fanning e Forest Whitaker, per la regia di Rowan Woods, e alla commedia romantica Management, di Stephen Belber con Steve Zahn, Jennifer Aniston e Woody Harrelson.

Parallelamente al suo lavoro nel settore cinematografico, Edwards ha lavorato anche su pubblicità e video musicali per artisti del calibro di Bruce Springsteen, Elton John, Michael Jackson, Donna Summers, Alanis Morissette, Paul Simon e Red Hot Chili Peppers, il cui video Under the Bridge si è aggiudicato il premio come miglior video dell’anno di MTV.

Edwards è anche conosciuto per Il suo lavoro sui documentari. Hunted Heroes (1989), sui veterani americani del Vietnam che hanno deciso di vivere nei boschi come survivalisti, ha vinto il Prix D’Italia.

Uno dei progetti più recenti di Edwards è la commedia di Brandon Camp Qualcosa di speciale, con Jennifer Aniston e Aaron Eckhart.

Stephen ha registrato e si è esibito con artisti del calibro di Stone Temple Pilots, Bob Mould, Sleater-Kinney e Yoko Ono. Attualmente sta lavorando ad un musical  con Rick Elice (Jersey Boys, La famiglia Addams) e Peter Yanowitz (10,000 Maniacs, Morningwood).

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